Sotheby’s Italia, all’asta l’Arte Povera
A Milano mercoledì 29 e giovedì 30 novembre a Palazzo Serbelloni sarà messo all’incanto un gruppo di opere dei maggiori protagonisti del movimento nato 50 anni fa MILANO - Da Michelangelo Pistoletto a Alighiero Boetti, da Giulo Paolini a Claudio Parmiggiani, Sotheby’s mette all’asta a Milano le opere storiche dell’Arte Povera. Un'asta, quella a Palazzo Serbelloni che interesserà un gran numero di collezionisti stranieri ma anche italiani.Tra le tante opere proposte, spicca sicuramente ”Il Fotografo" di Michelangelo Pistoletto (cm 120x70), un quadro specchiante del 1975, realizzato con tecnica serigrafica su acciaio inox lucidato a specchio, con una stima di 280-350 mila euro. Questa particolare tecnica serigrafica venne messa a punto da Pistoletto tra il 1971 e il 1973. L'artista la utilizza a partire da queste date per trasferire sulla lastra d'acciaio riflettente le immagini "fisse" che, insieme a quelle riflesse, interagiscono nei suoi quadri specchianti. L'opera in asta reca al verso un'iscrizione manoscritta dall'artista, in cui si evidenzia che il "vero fotografo" a cui Pistoletto fa riferimento è Paolo Mussat Sartor, celebre fotografo torinese, noto sia per la sua personale ricerca artistica, sia per la sua collaborazione con gli artisti dell'Arte Povera. L’opera non va tuttavia intesa come il "ritratto" di Mussat Sartor. Infatti, a partire dai primi quadri specchianti del 1962, Pistoletto utilizza come soggetti, familiari, conoscenti, amici e artisti che frequentano il suo studio. Dopo il record londinese di ottobre registrato per un arazzo di Alighiero Boetti ("Addizione", 1982) venduto per oltre 2 milioni e mezzo di euro, Sotheby's a Milano presenta alcune opere iconiche dell'artista torinese, tra cui "Alternando da uno a cento e viceversa" del 1977-78, un arazzo che si colloca al centro del periodo di grande sperimentazione di Boetti stimato 400-600 mila euro e poi ancora ”Senza titolo", un grande arazzo del 1988, stimato 250-350 mila euro. All’asta anche un "Senza titolo" di Claudio Parmiggiani, si tratta di un calco in gesso, lanterna e fuliggine del 1975, stimato tra i 35-45 mila euro. Dal ricco catalogo espositivo di Giulio Paolini va segnalata sicuramente ”Genesi (II 1-9)" matita su tela preparata, su tela rovesciata e su parete, che esemplifica perfettamente i temi centrali della poetica paoliniana. L’opera andrà all’incanto con una stima di 80-100mila euro. Numerosi anche i lavori acquistati direttamente agli artisti da collezionisti-amici, fra tutti spicca "La combustione plastica CP 8" del 1964 di Alberto Burri, stimata 280-350 mila euro, "Il crocefisso" del 1953, un bronzo di Lucio Fontana, stimato 150-250 mila euro, la ceramica riflessata del 1965 sempre di Fontana, 120-180 mila euro e "Superficie bianca" del 1979-80 di Enrico Castellani, 450-650 mila euro. ...